Prospettiva e realtà
La tirocinante ci ha portato una immagine di una camera dell’Ikea ed ha provocato i bambini invitandoli a guardare quante volte la testiera del letto stava nella larghezza della stanza misurata all’altezza del capo del letto e quante volte la “piediera” del letto stava nella larghezza della stanza misurata a livello del fondo del letto. I due numeri erano uguali.
Poi abbiamo applicato la stessa attività alla camera di VG ed abbiamo visto che i due numeri erano diversi. A questo punto si è fatta strada l’ipotesi che VG non conoscesse la prospettiva…
Siamo ricorsi ad un critico d’arte che in un suo libro ha scritto:
“Esiste un'evidente prospettiva, che però non rispetta una vera e propria geometria: il letto infatti è troppo grande rispetto al resto; anzi, sembra essere visto di fronte, come la sedia in fondo, mentre la sedia e il tavolino sembrano visti dall'alto. La prospettiva è stravolta da esigenze soggettive. verso la fine della sua carriera Van Gogh ……..si stava sbarazzando delle regole della prospettiva, che imponevano un approccio preciso e realistico all'opera da un punto di vista prospettico. Van Gogh respinse spesso le leggi della prospettiva convenzionale nell'ultima parte della sua carriera, in modo particolare in molti dei suoi dipinti di Arles"(cfr www.vggallery.com).
Questa scoperta ci è sembrata interessante: attraverso una lettura matematica di un’opera d’arte siamo riusciti a entrare nel pensiero del pittore.